giovedì 17 ottobre 2013

Biscotti salati con robiola di capra e pasta di nocciola.

A chi è sfuggito? Io amo i caprini e i pecorini, amavo anche i vaccini ma la mia dieta non li prevedeva, per cui mi son dovuta adattare, ora mi hanno tolto tutti i latticini (come da dieta macrobiotica) per cui questi sono il mio strappo alla regola.

Questi biscottini sono davvero notevoli, sono facili facili e sono ottimi per un aperitivo, non sono innovativi ma,se uno ha la possibilità di avere un'ottima robiola sono davvero buoni, la robiola lascia in bocca un po' di acidità della capra e la pasta di nocciole crea un bilanciamento dolce.

Vi servono essenzialmente poca attrezzatura, due sac a poche, due ciotoline una forchetta e un cucchiaio...direi che si può fare no?

Questi biscottini li ho fatti per la Fiera della Toma di Condove di quest'anno, come al solito mi son divertita e son rimasta soddisfatta del risultato, certo avevo due aiutanti per impiattare !

La robiola che ho usato proviene dall'azienda agricola Versino Ezio Vicolo Pacchiotti 7 , 10094 Giaveno. Se siete dei buongustai di formaggi e se amate i caprini qui li troverete fantastici.



Ingredienti per una trentina di biscotti:

25g di farina "O" (o anche altro, per creare contrasto si potrebbe usare la farina di grano saraceno);

1 albume;

55g di toma grattugiata;

1/4 di robiola  caprina;

nocciole tostate intere q.b. ;

borraggine, santoreggia q.b. ;

pasta di nocciole q.b. (indicativamente un cucchiaino raso) ;

toma grattugiata q.b. per la decorazione.


Unire la farina, alla toma grattugiata, alle erbe aromatiche ed all'albume che deve essere mescolato bene senza però fargli incorporare troppa aria, quindi forchetta, e con calma si impasta tutto, senza montare a neve, il composto deve risultare una pomata, morbido ma consistente, per intenderci come il composto di tuorli, farina e yogurt.

Con la sac a poche, per non diventare vecchi e anziani facendolo con il cucchiaino, versate un po' di composto sulla placca da forno, i biscotti essendo senza burro non aumentano di volume, quindi se fate un biscotti piccolo rimarrà piccolo.

Infornare a 180 °C per 10 minuti o a doratura (la cottura dipende anche dalla dimensione) , tendono a gonfiarsi ma poi si sgonfieranno!

In una ciotola impastare la robiola schiacciandola con una forchetta, unire la pasta di nocciole , aggiustate la quantità a vostro gusto, tenete presente che non è il dolce che deve sovrastare il salato, ma solo creare il contrasto.

Far raffreddare i biscotti e con la sac a poche decorarli con la crema, finire con una nocciola tostata e una grattugiata di toma, spazio alla fantasia per la decorazione!

In fiera ho usato 4 albumi e ho completamente sballato la quantità di farina, aggiungete finchè non avrete un composto a pomata, non vi preoccupate, le dosi cambiano anche a seconda della quantità di albume.



Ps, se vi state chiedendo perchè il biscottino dietro è verde è per la pasta di pistacchio! Comunque li ho serviti in un solo strato, il doppio strato è troppo per il mio gusto.

lunedì 14 ottobre 2013

Kamut, un cereale che ho deciso di non mangiare.

Ecco, credo siano due anni che DEVO scrivere questo post, mi sento di doverlo fare, quando indissi il contest sul grano saraceno e sul farro subito dopo valutai anche il Kamut...ma niente, dopo ricerche sia agronomiche sia storiche non potevo pensare di pubblicizzare questo prodotto, vi chiederete il perchè, ve lo spiego come l'ho spiegato a tutti quelli che mi hanno chiesto perchè non mangio il Kamut.

Traete le vostre considerazioni e confutate quel che scrivo anche su altri siti, perchè l'informazione è fondamentale, sopratutto è così semplice reperire notizie che potrete anche voi porvi delle domande e trovare delle risposte.

Cos'è il Kamut?

Agronomicamente il Kamut è un grano, esattamente il Triticum turgidum ssp. turanicum, è un grano originario senza ibridazioni, per ultreriori notizie cliccate qui.

Perchè ho deciso di non mangiarlo?

Per un motivo molto semplice, in Italia coltiviamo in modo bio (*) molti tipi di grano, la mia scelta alimentare cerca di tener conto della stagionalità del prodotto per cui mi chiedo se ci sia davvero bisogno che io compri il Kamut che viene ESCLUSIVAMENTE  prodotto nel Montana (USA) da coltivatori sì certificati e controllati che seguono delle tecniche colturali approvate dal consorzio dal quale comprano il semi, ma pur sempre al di là dell'oceano. Quindi questo è il primo motivo, poi c'è il secondo : costa parecchio, ma perchè io devo pagare un grano bio così tanto?

Io mi son fatta questa domanda e ho trovato la risposta leggendo qua e là.

In primis costa tanto perchè fa il giro del globo per arrivare qui, in seconda battuta costa tanto perchè ha degli standard qualitativi notevoli (contiamo però che l'inquinamento americano è infinitesamente più alto del nostro, apro una parentesi veloce, gli americani mangiano molta più carne degli italiani, si sa che l'allevamento intensivo inquina,le deiezioni, la catena della macellazione etc etc, quindi mediamente il terreno americano è molto più inquinato di quello italiano, chiusa parentesi) e poi perchè un marchio registrato, questo vuol dire che se pinco pallo decide di seminarsi a casa lo stesso grano non può venderlo con l'indicazione Kamut...cominciate a capire? Si , io la trovo esattamente ed esclusivamente una trovata commerciale, per cui evito di comprare qualsiasi alimento in cui leggo la scritta Kamut. Oltretutto viene spesso consigliato anche a chi soffre di celiachia, ma è grano e come tale è glutinoso, esattamente quanto il grano duro nostrano. Il kamut è meglio tollerato da chi ha piccole intolleranze al grano...mi sfugge una cosa, ma se a me fa male mangiare la mela non è che mi cambia poi tanto mangiare una golden da una delicius, è un po' come darsi una martellata meno forte ma darsela comunque.

Io al Kamut preferisco, l'avena (con potere alcalinizzante), il farro (magari coltivato in Lucchesia) , il grano saraceno, la segale, il riso integrale.

Ho messo un (*) si riferisce al fatto che io non credo che nulla di quello che sia prodotto sia bio. Biologico vuol dire che non si usano gli stessi pesticidi, gli stessi concimi dell'agricoltura normale, ma comunque siamo sulla terra inquinata, falde aria e terra non possono ritenersi non inquinati, il pesticida che do a 5 km dal mio campo bio non è che si ferma al campo del vicino, no arriva anche al mio, con le piogge, con l'acqua di falda e con il vento, insomma il bio molte volte è proprio una trovata commerciale, vero è che gli standard di coltivazione a volte sono più elevati, ma devo dire che ci credo proprio poco. Quello che possiamo fare è un consumo consapevole ma certo inquinato, il consumo di prodotti nostrani, delle nostre latitudini e stagionali, favorendo il mercato locale.

Molte volte mi trovo in biobottega ma essenzialmente perchè quello che mangio non lo trovo altrove non per dire "mangio bio", il mangio bio è quello che mi coltivo ma purtroppo non è abbastanza e non ricopre tutta la mia alimentazione. Certo qualcuno potrebbe dirmi che io mangio alghe e alimenti non propriamente locali, vero verissimo, ma ho smesso di mangiar banane, mango, papaya, ananas...ogni cosa ha il suo giusto equilibrio credo.

 

venerdì 11 ottobre 2013

Gomasio col suribachi.

Gomasio che passione, ci sono degli alimenti che adoro, i semi di sesamo sono tra questi! Coi semi di sesamo si può fare il gomasio o il tahin, mentre il gomasio prevede di triturare i semi il tahin crea una crema vera e propria (libidine, assomiglia alla crema di arachidi come consistenza).

Nel gomasio normalmente troviamo semi di sesamo e sale integrale, a volte anche alghe.

E' un ottimo condimento per un paio di motivi:

  1.  il sesamo è una fonte di calcio notevole (molto più concentrata rispetto ai latticini) ed è un elemento alcalinizzante per il nostro corpo;

  2. il sale integrale , quindi non raffinato, contiene sì NaCl (cloruro di sodio) ma anche iodio, magnesio, potassio e altri elementi nella ragione del 3%, mentre nel sale raffinato la quantità di NaCl è  del 99,9%;

  3. le alghe apportano i minerali marini che ci occorrono per vivere in salute, come ho detto più di una volta le alghe ci aiutano a far lavorare meglio la tiroide a normalizzare il peso e a espellere gli elementi tossici dal nostro corpo , inoltre alcune alghe come la spirulina sono fortemente proteiche e aiutano sia in caso di sforzi fisici sia in caso di  un'alimentazione vegetariana/vegana.

Detto questo ho provato il gomasio a casa di un'amica che mi ha poi regalato il vasetto, mi son sempre rifiutata di comprare la ricarica dicendo che prima o poi lo avrei fatto, ho aspettato di essere quasi al fondo del vasetto e l'ho rifatto.

Volendo essere precisa e puntigliosa ho usato suribachi e surikogi, me ne aveva parlato Margherita (la naturopata) qualche mese prima e io prontamente l'avevo comprato (il costo varia da 15 a 20 euro per tutti e due). Non sono fondamentali ma certamente aiutano a creare un buon gomasio senza creare una poltiglia di semi informe ma spezzando i semi (per renderli  prontamente assimilabili).

Il suribachi è la ciotola zigrinata che vedete, mentre il surikogi è il pestello, in giappone nei ristoranti di un certo prestigio ogni commensale ha il proprio suribachi e surikogi per poter creare la propria salsa a piacimento, infatti con questo strumento in giappone creano molti condimenti diversi, anche umidi. Il grado di consumo del surikogi fa capire quanto è stato usato.




Ingredienti :

10-12 parti di sesamo,

1 parte di sale integrale,

qualche cm di alga nori.

In un colino bagnate i semi di sesamo e versateli in una pentola calda ma non bollente, mantenendo un fuoco non troppo alto girate spesso i semi di sesamo, fino a che non diventeranno tostati. Dopodichè versali nel suribachi e aggiungere il sale (alcuni lo toscano altri no...io non l'ho tostato) e cominciare a pestare i semi in modo circolare, basterà ruotare il surikogi nel suribachi per quAlche minuto, i semi non devono diventar poltiglia ma  esser solo spezzati. Aggiungere le alghe, opzionali, aspettare che raffreddi un po' e poi conservare in un barattolo, se avrete l'accortezza di non prepararne troppo per volta avrete sempre un ottimo gomasio profumato.



martedì 8 ottobre 2013

Fiera della Toma 2013, Condove.

Si si non son scomparsa, questo silenzio è tutta suspence per dirvi che anche quest'anno sarò alla fiera della toma, forse vi sarete accorti che mi diverto a cucinare in giro...forse eh!

Quest'anno saremo meno, saremo solo 4 e quindi le ricette saranno solo 4, sempre trenta assaggi, cucineremo nel pomeriggio per cui cercate di esserci, primo perchè i formaggi col quale lavoreremo sono meritevoli e secondo perchè speriamo di presentarvi il medesimo prodotto in una forma nuova e insolita (speriamo).


Il bello di questa fiera è che raccoglie tanti produttori sia di toma sia di altro, per cui è una fiera grande e variegata.

La mia ricetta quest'anno è un biscottino salato...ma dai che siete curiosi, venite ad assaggiarli, la ricetta al dopo fiera, sperando di poter fare delle belle foto.





Ci vediamo domenica?

A presto!

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